25 Marzo 2022 : serata di Cultura Gastronomica a villa Demetra. Il prof. Giulio Cappelletti, docente di Scienze Merceologiche presso l’Università degli Studi di Foggia, già ospite del nostro Club, con il consueto brio e l’indiscussa competenza tecnica ha illustrato ai soci e agli ospiti convenuti le caratteristiche peculiari dell’olio extravergine di oliva – prodotto di largo consumo sulle nostre tavole – conducendo poi il consumatore, con le prove di degustazione, a scegliere in modo consapevole il prodotto e ad orientarsi in sicurezza in un mercato non privo di insidie e frodi. Il successivo momento conviviale ha concluso, in cordialità ed amicizia rotariane, la serata ricca di spunti di riflessione che ha coinvolto vivacemente i presenti in un ampio dibattito.
AMBIENTE ENERGIA E TERRITORIO:”DALL’IMPATTO AMBIENTALE ALLA GREEN ECONOMY”
Service del Rotary e dell’Auser Molfetta in Albania a favore degli anziani. Inaugurato un centro a Koplik (Scutari)
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Concluso il service del Rotary e del Rotaract Club di Molfetta in Albania con l’apertura di un centro per anziani in collaborazione con l’Auser, l’associazione nazionale che si occupa dell’invecchiamento attivo.
Il progetto si colloca nelle aree di intervento del Rotary International per l’alfabetizzazione e l’educazione di base e dello Sviluppo economico e comunitario, per il quale il Club di Molfetta ha anche ottenuto una sovvenzione distrettuale Rotary Foundation.
A tal fine il Rotary ha ritenuto opportuno ed efficace, per il raggiungimento degli obiettivi del service, aprire un centro nella città di Koplik (a 18 km da Scutari) per realizzare direttamente sul posto, con il coinvolgimento della comunità locale, le iniziative per l’invecchiamento attivo, per la formazione permanente e per la diffusione della cultura del volontariato, soprattutto attraverso la partecipazione dei giovani in un impegno a favore degli anziani.
I presidenti delle due Associazioni Rotary Club Molfetta, Felice de Sanctis e Auser, Sebastiano Gadaleta, sono stati accolti calorosamente con grande entusiasmo e gratitudine dagli anziani del posto il giorno dell’inaugurazione, perché in Albania non esiste un sistema di volontariato che si occupi di loro con la possibilità di tenerli impegnati e attivi durante le loro giornate. Alla inaugurazione ha partecipato anche il sindaco della città di Koplik, Per Tonin Marinay, con il responsabile dell’Ufficio lavoro, Rasim Demaj. Il sindaco ha tenuto a sottolineare l’importanza del progetto per i cittadini albanesi, definendo “una grossa opportunità” l’apertura di questa sede, sia, ovviamente, per gli anziani, sia al fine di corroborare i legami tra Italia ed Albania.
Prezioso è stato, altresì, l’aiuto offerto dal rappresentante della Chiesa Cattolica locale Per Artan Seli, che, assieme al gruppo Parrocchiale che si occupa di volontariato e solidarietà, ha collaborato nella buona riuscita del progetto.
E altrettanto importante si è rivelato l’incontro con l’Imam di Koplik che, oltre alla massima e cordialissima ospitalità, ha voluto esprimere grande e concreta disponibilità a collaborare, in rete, con la Chiesa Cattolica e le istituzione cittadine per la buona riuscita del progetto.
All’inaugurazione hanno partecipato anche la delegata di zona del Distretto Rotaract 2120, Nadi Demaj e la referente del progetto per l’Auser, Virginia Fiumefreddo.
L’apertura del centro consentirà al Rotary, in collaborazione con il Rotaract (che ha l’obiettivo di costituire anche un club in quella città), di organizzare sul posto corsi di italiano e di informatica oltre che contribuire alla programmazione di pratiche e iniziative finalizzate a favorire l’invecchiamento attivo e il consolidamento della cultura del volontariato. Inoltre, l’apertura di un punto di riferimento logistico in quel paese contribuirà a migliorare il grado di efficacia e di efficienza, in termini di distribuzione alle popolazioni interessate, delle iniziative di raccolta di beni e delle iniziative di solidarietà effettuate nella nostra comunità a favore di quelle popolazioni, che qualche anno fa sono state colpite dal terremoto e stanno faticosamente riprendendosi da quella tragedia.
Il DGN Vincenzo Sassanelli socio onorario del Club di Molfetta
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Una serata colma di spirito di servizio, organizzata dal Rotary Club Molfetta dal titolo “La Rotary Foundation… praticamente”, che ha visto come ospite speciale Vincenzo Sassanelli, socio del Rotary Club Bari, già membro di più di un Direttivo Distrettuale e DGN.
Una breve introduzione, a cura del Segretario del Club Molfetta Vito Valente, ha permesso ai presenti di comprendere appieno la portata dell’impegno rotariano dell’ing. Sassanelli: socio dal 2003, è stato membro della task force per le costruzioni del Rotary International, operando non solo in tutta Europa, ma anche in Asia e Africa, ottenendo per il suo lavoro numerose onorificenze.
Ed è per il suo impegno costante e costruttivo profuso nel Distretto, nonché per la vicinanza mostrata negli anni al Club che il Presidente Felice de Sanctis ha avuto il piacere di rendere Vincenzo Sassanelli Socio Onorario del Rotary Club Molfetta. Sassanelli, commosso, ha ringraziato calorosamente parlando del suo forte legame con il Club, al quale ha riconosciuto forte valenza culturale ed impegno sociale, ma anche un occhio attento ai giovani.
La conferenza è proseguita con la relazione di Sassanelli sulla Rotary Foundation: dalle origini ad oggi, l’Associazione è molto cambiata in organizzazione e gestione delle risorse finanziarie, ma una cosa fondamentale è sempre stata chiara sin dagli albori, ovvero che la mission fosse quella di offrire il proprio tempo e le proprie risorse per la comunità. Negli anni anche le aree di intervento si sono ampliate, inglobando non solo pace tra i popoli e prevenzione di conflitti, ma anche alfabetizzazione e diffusione di istruzione di base, prevenzione e trattamento di malattie, sanificazione ed igiene dell’acqua, sviluppo economico di comunità e supporto alle cause di salvaguardia dell’ambiente.
Dopo una dettagliata illustrazione sulle cifre che la Fondazione Rotary utilizza per sovvenzionare piani globali, la relazione dell’ing. Sassanelli si è conclusa con l’orgoglio di aver contribuito alla sensibile diminuzione dei casi di poliomielite nel continente africano e l’augurio che “si torni a mettere il ‘noi’ davanti all’io, perché noi esseri umani non abbiamo mai funzionato da soli: insieme è rumore e fragore.”
Il presidente del Rotary Club Molfetta Felice de Sanctis ha inoltre colto l’occasione per consegnare il distintivo di Benefattore della Rotary Foundation al socio e segretario del Club Vito Valente per il suo impegno disinteressato, il suo generoso appoggio e l’affetto profuso alla Fondazione, qualità riconosciute anche a livello distrettuale.
Ed in questa serata di riconoscimenti, Felice de Sanctis ha voluto fare un dono a livello personale omaggiando il Rotaract Club Molfetta con campana e martelletto, simbolo di ordine e di guida saggia del Club, utile per segnare inizio e termine delle assemblee dei soci, di cui il Club era sprovvisto. Il presidente del Rotaract Pietro Minervini, accompagnato dalla Delegata di Zona Senada Demaj, ha ritirato con piacere il dono, ringraziando de Sanctis per questo gesto pieno d’affetto e vicinanza al Club a nome di tutti i ragazzi che ne fanno parte, coi quali si è riuscito ad instaurare rispetto ed amicizia anche al di fuori delle iniziative rotariane.
Annamaria Leone: vi racconto il mio Ryla – Esperienza di connessioni, amicizie, leadership
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“La qualità che penso mi caratterizzi maggiormente è l’ascolto, e grazie a questa esperienza ho potuto metterla molto in pratica per migliorarmi”: così esordisce Annamaria Leone, studentessa di Scienze e Tecniche Psicologiche, vincitrice del Premio Rotary Scuola e di un posto all’interno del programma Ryla (Rotary Youth Leadership Awards), nonché volontaria presso parecchie realtà locali volte al migliorare la qualità della vita degli utenti.
La ascoltiamo come relatrice all’evento organizzato dal Rotary Club Molfetta dal titolo “Vi racconto il mio Ryla”, tenutosi il primo aprile presso la sala congressi del Pàlato Bistrot, dopo una breve introduzione a cura del Presidente Rotary Felice de Sanctis. È interessante vedere come un’esperienza mirata allo sviluppo delle doti da leader ed alla formazione di legami interpersonali riesca a fornire questi nuovi strumenti in un concentrato di emozioni, ed è forse questo mix perfettamente bilanciato ciò che rende questa esperienza unica nel suo genere.
Nonostante la sua riservatezza appena visibile sotto un’esplosione di grinta, Annamaria Leone si districa tra i racconti della sua intensa settimana di formazione, in cui le persone hanno fatto la differenza. Ci riporta, infatti, alcuni degli incontri pieni di spunti di riflessione: da lezioni frontali di leadership tenute dal coach Marco Rotella, a visite nel porto di Bari tra storia e attualità guidata dal prof. Ugo Patroni Griffi, per passare poi al racconto della maestosa Cattedrale di Bari tenuto dal Priore don Francesco Lanzolla, ed infine all’esperienza da imprenditore locale di Alessio Lorusso, CEO e fondatore di Roboze (azienda produttrice di stampanti 3D).
Non sono mancate anche occasioni di condivisione con i suoi colleghi; Leone ci spiega, infatti, che i partecipanti sono stati divisi in piccoli gruppi che avrebbero sviluppato un progetto a partire da uno dei temi di leadership trattati, per poi presentarlo con il supporto visivo di un file Power Point. “Eravamo a corto di idee per il nostro progetto – ci dice – e ne avevamo discusso per gran parte della cena. Ma quella sera, in un momento quasi di sconforto, ci è giunta l’idea illuminante. Ci siamo detti è quella giusta, parleremo della Torre di Pisa come metafora degli errori che portano all’unicità e al progresso.” Perché un buon leader è in grado di riconoscere l’errore, ammetterlo senza punirlo ed infine trovare un modo per migliorarlo; un po’ come è successo con la Torre di Pisa quando, una volta riconosciuto, l’errore è stato accolto come sfida e implementato, rendendo questa costruzione unica. In fondo, non è l’errore una forma molto umana di conoscere il mondo?
Annamaria Leone prosegue il suo discorso dichiarando di aver imparato molto dalla collaborazione con i suoi compagni di squadra, poiché ognuno di loro ha un background diverso e ci ha messo il del suo, arricchendo il progetto di nuovi punti di vista. Inoltre, confessa che essere ‘costretta’ ad interfacciarsi con persone che non conosceva per non rimanere isolata l’ha spinta a mettersi in gioco ed uscire dalla sua comfort zone, ma anche a saper rispettare le differenze quando la convivenza diventava più difficile.
Nello spazio dedicato agli interventi, alla domanda posta da Felice de Sanctis ‘Cosa ti è rimasto di questa esperienza, dal punto di vista umano oltre che da leader?’ Leone afferma: “Dal Ryla ho imparato che l’errore è importante perché ci accomuna tutti nella vita quotidiana, per questo bisogna saperli riconoscere anche in ambito aziendale senza condannarli. E poi, ho realizzato che i limiti insormontabili spesso sono solo autoimposti, che le buone idee sono spesso quelle che arrivano per caso e la gentilezza inaspettata può svoltare la giornata. Credo inoltre che le persone giuste forse sono proprio quelle che ci sembrano troppo diverse da quello che crediamo di essere”.
La relazione di Annamaria Leone si conclude con l’augurio che altri giovani possano entrare in contatto con il mondo del Rotary ed avere una grande opportunità come quella che ha avuto lei, mentre noi non possiamo che complimentarci e ringraziarla per averci permesso di viaggiare un po’ tra i meravigliosi racconti di questa avventura emozionante ed estremamente formativa che è il RYLA, attraverso i suoi occhi gentili e colmi di emozione e (forse) con un pezzettino di Rotary nel cuore.
Presunzione di innocenza e processo mediatico webinar interclub Rotary-Rotaract
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Avvisi di garanzia “anticipati” dai giornali; pagine intere di intercettazioni pubblicate sulla stampa; interrogatori di indagati, a volte addirittura in stato di detenzione, divulgati in rete senza filtri; immagini di imputati in manette trasmesse in tv. I processi oggi sembrano celebrarsi più che nelle aule giudiziarie sui giornali e soprattutto in rete, con effetti sui quali, forse, vale la pena riflettere. E´ una conquista della modernità l´aver reso pubblico (e quindi non arbitrario) il processo. Ma la non-segretezza del giudizio, valore essenziale della democrazia, non vuol dire gogna mediatica: è ineludibile garanzia di legalità nel “giusto processo” e non la trasposizione integrale in rete di ogni singolo dettaglio di vita privata che sia presente negli atti giudiziari.
I rischi del processo mediatico sono infatti tutt´altro che irrilevanti: per i singoli e per la società tutta. Il voyeurismo, in primo luogo, alimentato da quel giornalismo “di trascrizione” che sfrutta strumenti d´indagine preziosissimi, quali le intercettazioni, ma estremamente pervasivi, per soddisfare la curiosità morbosa del pubblico spesso ben oltre le esigenze informative rispetto a fatti, essi sì, di interesse pubblico.
A ricordarlo è stato il presidente del Rotary Club di Molfetta, Felice de Sanctis nella sua introduzione all’interessantissimo webinar su “Presunzione di non colpevolezza e processo mediatico. Come i media influenzano l’opinione pubblica” con due relatori d’eccezione, il dott. Gennaro Francione, già magistrato e consigliere di Corte di Cassazione, scrittore, attivista socio-culturale e il dott. Eugenio D’Orio, biologo forense, docente presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”.
L’interrante incontro si è tenuto martedì 5 aprile tra il Rotary e il Rotaract Club di Molfetta in collaborazione con i Rotary e-Club Vesuvio (Distretto 2101) e Bari Alto “Terra dei Peuceti”, per i Rotaract c’erano Acquaviva delle Fonti – Gioia del Colle, Bari Alto, Lecce e Taranto.
Il dott. Francione ha saputo illustrare quanto una notizia, e soprattutto il modo in cui viene comunicata, possa influenzare l’opinione pubblica e talvolta anche l’andamento del processo, facendo capire quanto sarebbe importante e necessario riformare il sistema giudiziario.
Il dott. d’Orio ha, invece, inquadrato il suo discorso da un punto di vista scientifico, portando esempi di utilizzo delle prove e di buona manipolazione dei reperti, tratti da alcuni casi di dominio pubblico.
In sostanza bisogna puntare più sulla tavola delle prove legali che sugli indizi per garantire maggiormente l’imputato. Il processo indiziario è sempre rischioso perché con gli indizi si possono
Questo evento è stato una preziosa occasione di riflessione su temi non sempre discussi, testimoniato anche dalla grande partecipazione di esterni al mondo rotaractiano e rotariano.
Santità è convivialità delle differenze. Si parla di don Tonino al Rotary di Molfetta con Giancarlo Piccinni Presidente della fondazione dedicata al Vescovo Venerabile
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Prima Servo di Dio, oggi Venerabile, figura emblematica della fine del Novecento che ha lasciato nei cuori di coloro che l’anno conosciuto una traccia indelebile. Un ricordo incancellabile del suo profondo amore per la vita e gli uomini. Non v’era in lui nessuna ingordigia, né austerità. Era un uomo semplice, nato in una famiglia modesta. Ha trascorso un’infanzia tranquilla, minata però dalla morte precoce dei fratelli e del padre. Ordinato sacerdote, porta avanti le sue idee con semplicità, la stessa semplicità che conserva anche quando viene nominato vescovo. Anche da vescovo, infatti scelse una vita sobria, semplice, di grande umiltà: andava spesso in bicicletta, in auto guidava da solo, discorreva al bar con la gente. Forbito e poetico scrittore, coniugava il magistero evangelico con il servizio di persona alle famiglie di sfrattati che aveva accolto nella propria abitazione del palazzo vescovile. Non temeva di esporsi anche nelle manifestazioni pubbliche partecipando ai cortei non violenti e pacifisti in occasione dei conflitti internazionali.Si tratta di mons. Antonio Bello, conosciuto ai più come don Tonino nato ad Alessano il 18 marzo del 1935. In memoria dell’amato Vescovo il Rotary Club di Molfetta in collaborazione con la Fondazione don Tonino Bello di Alessano, ha organizzato un incontro a Palato sul tema “Santità è convivialità delle differenze”.
Ad introdurre la serata, è stato il presidente del Rotary Club di Molfetta, Felice de Sanctis, che ha sottolineato come in questo particolare momento storico minato dal conflitto russo – ucraino, don Tonino manchi ancora di più. Proprio lui che parlava degli uomini come costruttori di pace e convivialità tra le differenze. Proprio lui che sognava la “chiesa del grembiule”: una Chiesa povera per i poveri che si spinge oltre il dovere dell’elemosina, che cammina con le persone indigenti e ne condivide i problemi e le speranze. Condivisione: una parola chiave che ben si sposa con il motto del Club, “Accogliere e condividere in amicizia”.Il relatore della serata, il cardiologo dott. Giancarlo Piccinni, Presidente della Fondazione intitolata a don Tonino, ha messo insieme, quasi come un collage momenti di vita trascorsi al fianco di don Tonino e insegnamenti da lui lasciati ai contemporanei e alle generazioni future, quasi come una sorta di profezia.
A questo proposito, già nel 1986 don Tonino presagì una serie di minacce che avrebbero insidiato il III millennio e che oggi risultano più che mai calzanti. Dall’aumento delle disuguaglianze nel mondo all’ulteriore impoverimento delle fasce dei più bisognosi, dalla minaccia atomica a quella cibernetica sino al degrado ecologico. Pensieri e preoccupazioni che oggi risultano più che mai attuali, spaventosamente appropriate al nostro tempo. E non è tutto. In un articolo pubblicato nel 1991 su “Avvenire” sul tema della crisi che avrebbe investito l’Europa tutta, ammoniva come l’Europa stessa dovesse essere veramente una casa comune e non una cassa comune. Una forma di unità nella diversità, di convivialità delle differenze e non un’evoluzione basta sul principio della forza e del potere: non doveva essere soltanto un insieme di Paesi mossi da ragioni di tipo economico bensì un’energia promotrice della forza del pensiero e non del pensiero della forza. Evidente la sua capacità di stare nella Storia, di capire l’evoluzione sociale. Don Tonino diceva che bisogna avere occhi nuovi per poter stare nella Storia, per stare – secondo la sua parola – nelle vene della Storia. Una Storia, quella attuale scandita da un altro tema caro a don Tonino: la paura. Paura della guerra, del terrorismo, di questa apocalisse a rate che ci viene somministrata dalla produzione crescente delle armi e dal loro squallido commercio, della recente e non ancora archiviata pandemia sino allo spaventoso e ingiustificato conflitto russo-ucraino. Paura di non farcela ad uscire dal pantano in cui ci siamo infognati, paura che sia inutile impegnarci tanto il mondo non possiamo cambiarlo, paura che oramai i giochi siano fatti. Una paura che però va affrontata con il supporto della fede.
Come diceva don Tonino, il Signore rivolge a noi lo stesso invito che l’Angelo rivolse a Maria: “Non avere paura, non temere”. Il Signore usa due verbi bellissimi: alzatevi ed elevate il capo. Sono i due verbi dell’anti paura, sono le due luci che ci devono accompagnare: “alzare il capo”, “alzarsi” significa credere che il Signore è venuto 2000 anni fa proprio per aiutarci a vincere la rassegnazione. Alzarci significa riconoscere che se le nostre braccia si sono fatte troppo corte per abbracciare la speranza del mondo, il Signore ci presta le sue. Allargare lo spessore della fede, allargare lo spessore della speranza puntando lo sguardo verso il futuro da dove Lui verrà un giorno nella Gloria per portare a compimento tutta la sua opera di Salvezza. Un messaggio incoraggiante e che fa da cuscinetto allo sfacelo economico, sociale, morale ed etico del tempo che stiamo vivendo. Come spiega Piccinni – sembra essere tornati alla preistoria – tempo in cui l’omologazione prevale sulla diversità, i nazionalismi sull’idea di comunità e condivisione.Il dott. Piccinni ha più volte messo in evidenza i punti in comune e i pensieri che collimano tra don Tonino e Papa Francesco. Il Papa ha annunciato che è pronto ad andare direttamente a Mosca (non a Kiev) per parlare con Putin e fermare la guerra: il nostro vescovo venerabile avrebbe fatto la stessa cosa. Un’unità di intenti e di azioni, quasi un segno della Provvidenza.Ha concluso la serata l’assistente del governatore del Distretto 2120, dr. Costantino Fuiano.
8 Aprile 2022: Agricoltura multifunzionale: Tutela dell’ambiente e prospettive di sviluppo del territorio
8 Aprile 2022 : Serata rotariana a villa Demetra, dedicata all’ Agricoltura multifunzionale ” . Relatore d’eccezione il prof. Pio Mirra, dirigente scolastico dell’ Istituto Tecnico Agrario ” Giuseppe Pavoncelli ” di Cerignola, istituzione da più di un secolo fucina dell’avanguardia didattica e della promozione dell’innovazione tecnologica applicata all’agricoltura in un territorio – quello di Cerignola – a forte vocazione agricola.
Per ” agricoltura multifunzionale ” si intende quell’ agricoltura che, oltre ad assolvere la propria funzione primaria – la produzione di beni alimentari – è in grado di fornire servizi secondari, utili alla collettività. Essa,infatti, può anche disegnare il paesaggio, proteggere l’ambiente e il territorio conservandone la biodiversità, gestire in maniera sostenibile le risorse, contribuire alla sopravvivenza socio-economica delle aree rurali e garantire la sicurezza alimentare. Il concetto di agricoltura multifunzionale viene introdotto per la prima volta in occasione dell’Earth Summit di Rio nel 1992, per essere poi ripreso nell’ ambito delle discussioni relative alla Politica Agricola Comune in ambito europeo. Il primo riconoscimento ufficiale di questa nuova forma di agricoltura avviene con Agenda 2000, un pacchetto di riforme della PAC approvate nel 1999 e relative al periodo 2000-2006.
A partire da quella data, temi come la tutela dell’ambiente e la biodiversità cominciano ad assumere un ruolo sempre più strategico e un peso sempre maggiore nella politica agricola comune, tanto da condizionare sempre più gli aiuti e i finanziamenti dell’Unione Europea verso il settore. In Italia il concetto di agricoltura multifunzionale è espresso e recepito nel Decreto legislativo n. 228 del 2001 che, in attuazione della cosiddetta “ legge di orientamento del settore agricolo ”, pone le basi per una nuova configurazione giuridica e funzionale dell’impresa agraria. L’azienda agricola multifunzionale è, quindi , quella che esercita l’attività agrituristica e vende direttamente i propri prodotti, ma anche quella che svolge attività didattiche, cura e mantiene il verde pubblico, riqualifica l’ambiente, gestisce le aree venatorie e la forestazione, eleva il potenziale turistico di una determinata area e contribuisce allo sviluppo rurale del territorio. Alle riflessioni e all’analisi tecnica del brillante relatore hanno poi fatto seguito un intenso dibattito con il pubblico in sala ( soci ed ospiti ) e il consueto momento conviviale.
Riunione del R.C. Bari Sud del 02.05.2022 ”verso un futuro di resilienza: il parco diffuso dell’acqua ad indirizzo multidisciplinare”
”Verso un futuro di resilienza: il parco diffuso dell’acqua ad indirizzo multidisciplinare”
Il socio Marcello Pisciotta ha conversato con il dott.Vincenzo Coppa, Presidente dell’associazione “Laverdevia”
L’obiettivo è quello di creare una alleanza tra Comuni e borghi rurali tale da trasformare l’unione in un laboratorio a cielo aperto per attuare “best practices” atte a sostenere scambi di esperienze, sperimentazioni e pratiche innovative con il coordinamento di enti scientifici con specialità differenti e con logiche multidisciplinari.
Le azioni principali ipotizzate: censire i luoghi dell’acqua, realizzare un portale web, prevedere la trasformazione della rete dei borghi in un incubatore tecnico scientifico, individuare itinerari turistici culturali dedicati.
Sono intervenuti Il Sindaco di Acquaviva delle Fonti dott. Davide Carlucci, il Sindaco di Poggiorsini Dr Ignazio Di Mauro, il Sindaco di Rutigliano il Dr Giuseppe Valenzano., il Sindaco di Irsina Dr Nicola Morea, la dott.sa Angela Colonna Chair Holder della Cattedra Unesco dell’Università della Basilicata, Il Dr. Marcello Mastrorilli Presidente CIEC, la Dott.sa Alma Sinibaldi dell’Associazione Biologici Ambientalisti Pugliesi, la Dott.sa Elvira Tarsitano Assessora alle Politiche Ambientali Comune di Mola, il Dr. Tonio Romito Assessore con delega all’agricoltura del Comune di Rutigliano.
Marcello Pisciotta
Interclub a cura del R.C. Bari Sud del 29.04.2022: “La principessa afghana” con Tiziana Ferrario
“La principessa afghana”
Enrica Simonetti e Giusi Giannelli hanno conversato con Tiziana Ferrario in merito alla condizione femminile
in Afghanistan.
Nasce dalle felice intuizione del nostro socio Maurizio Raeli e di Rosanna Quagliariello la feconda collaborazione tra il CIHEAM Bari e l’Associazione Culturale “Donne in Corriera”. Primo risultato, l’interessante interclub organizzato dal RC Bari Sud insieme agli altri RC Metropolitani e a “Donne in Corriera”. Ospite della serata, la giornalista televisiva Tiziana Ferrario, a presentare il suo libro “La Principessa Afghana e il Giardino delle Giovani Ribelli”. Stimolata dalle domande di Enrica Simonetti e di Giusi Giannelli, Tiziana Ferrario ha parlato della situazione drammatica delle donne in Afghanistan e del coraggio che molte di loro hanno nel difendere i propri piccoli spazi di libertà. E così, il Giardino del titolo diventa un luogo metaforico dove l’autrice fa sì che le donne possano sentirsi a proprio agio e al sicuro.
“Un libro che dice molto di più di tanti convegni”, ha detto giustamente Enrica Simonetti, e che contiene tanta realtà.
Inevitabile che il discorso scivolasse poi dall’Afghanistan a quanto sta accadendo in Ucraina. E anche qui la Ferrario non ha esitato a parlare della sua esperienza di inviata di guerra, sottolineando come sia difficile, in quelle situazioni, riuscire a non diventare un mero strumento di propaganda perché, in fondo, “ti fanno vedere quello che vogliono”.
Molto folta la presenza di soci, a testimoniare l’enorme interesse per l’argomento e per l’autrice del libro.
Francesco Giordano