L’Occidente dopo Kabul, quale futuro? il gen. Pasquale Preziosa ospite dei Rotary di Bisceglie, Molfetta, Bitonto e Corato
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Quale sarà il futuro dell’Afghanistan? E soprattutto quali riflessi potrà la crisi del Paese conquistato dai talebani sui Paesi occidentali e sull’Europa in particolare?
Se ne è parlato nella sala conferenze dell’Hotel Salsello a Bisceglie in un incontro sul tema “L’Occidente dopo Kabul: quale futuro? – I rischi dopo la disfatta in Afghanistan”, organizzata in Interclub dai Rotary di Bisceglie, Bitonto Terre dell’Olio , Corato, Molfetta e dai Rotaract Club di Bisceglie e di Molfetta.
Ha condotto la serata il Presidente del Rotary Club Bisceglie Massimo Cassanelli, ritenendo tale conferenza “una delle serate di livello più elevato, che ci darà molto da riflettere sul futuro del nostro Paese e dell’Unione Europea.”
Dopo un breve intervento del Sindaco della città di Bisceglie Angelantonio Angarano sul tema della serata, il quale ha espresso sincero interesse per queste vicende che possono sembrarci distanti, ma in realtà hanno notevole risonanza sull’Occidente, la parola è presto passata al primo importante relatore, il Generale Pasquale Preziosa, Presidente dell’Osservatorio Eurispes sulla Sicurezza e già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana.
L’intervento del Generale Preziosa ha attraversato decenni di storia dell’Afghanistan, dagli eventi agli albori dello Stato fino alla situazione attuale, approfondendo gli aspetti più rilevanti sulle relazioni internazionali con gli altri Paesi del mondo orientale e occidentale. Non poche sono state le considerazioni sull’impatto della politica estera: “Decisioni politiche sbagliate portano a conseguenze disastrose”, ha affermato il Generale. “Leadership, comunicazione e networking diventano, quindi, i pilastri per gestire la complessità, e quando vengono a mancare ecco che emergono problemi di ordine politico. Per questo è importante riflettere sulle crisi, strettamente connesse a decisioni immediate.
Il contributo del Generale Preziosa è proseguito con riflessioni sulla politica estera ed economica sul commercio mondiale, soffermandosi sulla posizione dell’Unione Europea e sul rischio della sua irrilevanza nel ‘nuovo ordine mondiale’: il confronto fra ‘potenze’, infatti, si sta spostando nel campo della cybernetica, dell’ipersonico e dell’intelligenza artificiale, ed in questa partita la Cina, la Russia e gli USA giocano un ruolo non indifferente.
Preziosa ha concluso la sua relazione con un pensiero sull’UE, prendendo in prestito le parole di Zhou Enlai: secondo il Generale, i Paesi dell’Unione “dormono nello stesso letto ma fanno sogni diversi”, tuttavia è solo restando uniti secondo i principi dei padri fondatori che si potranno affrontare le difficoltà del futuro. I presenti hanno mostrato sincera ammirazione nei confronti di Preziosa tanto da omaggiarlo di un lungo applauso al termine della sua esposizione.
Il presidente Massimo Cassanelli ha, poi, presentato il secondo importante relatore della serata: Gianvito Giannelli, Governatore del Distretto Rotary 2120, che ha fornito il punto di vista rotariano su tali tematiche.
Giannelli ha aperto il suo intervento ricollegandosi alle parole di Preziosa e aggiungendo considerazioni di natura politica sulla Gran Bretagna e gli USA. Inoltre, ha parlato dei rifugiati afgani, specificando come il loro livello di scolarizzazione sia alto, dunque, il Rotary come organizzazione può e deve fare di più: non dovrebbe limitarsi ad aiuti concreti di prima necessità come raccolte alimentari e di indumenti, ma estendere il proprio operato, ad esempio, strutturando un programma di inserimento nel mondo del lavoro.
Il Governatore Giannelli ha infine mostrato come l’apertura dei rotariani sai tale da non restare in silenzio: i tredici Distretti italiani hanno deciso, infatti, di far sentire la propria voce scrivendo una lettera indirizzata al Premier Mario Draghi per manifestare la propria disponibilità nella gestione dell’emergenza.
La preziosa relazione del Governatore si è conclusa con una profonda consapevolezza: “Dobbiamo studiare la storia per capire e gestire gli eventi, dobbiamo conoscere in primis le nostre radici per preparare i Leader del futuro a livello europeo e mondiale, e per farlo serve un poderoso cambio culturale.
Tra molti quesiti sul futuro ma con grande propositività l’incontro volge al termine, con il grande pregio di aver fornito agli uditori importanti chiavi di lettura del presente e spunti di riflessione per evolvere in meglio.
A Corato l’interclub “Oltre le sbarre” sulla attuale situazione carceraria
Uno dei principali progetti distrettuali di quest’anno rotariano riguarda il miglioramento delle condizioni di vita e la riqualificazione sociale dei carcerati.
In quest’ottica il 3 dicembre si è svolto a Corato un incontro dal titolo “Oltre le sbarre” organizzato dal Rotary Club Corato in interclub con i Rotary di Bisceglie, Bitonto Terre dell’Olio e Molfetta, con l’obiettivo di comprendere la complessità della realtà carceraria e le iniziative che costantemente gli operatori mettono in atto per far diventare il carcere un luogo non di prigionia, bensì di recupero di chi ha commesso un reato.
L’incontro si è svolto presso il salone parrocchiale della chiesa del Sacro Cuore di Corato, in quanto il parroco, don Vito Martinelli, inizierà a breve un progetto nel carcere di Turi dal titolo “Liberi tra le pagine” ed inoltre la chiesa sorge in un quartiere con un alto tasso di microcriminalità. Ed infatti è risultata molto intensa la testimonianza di una parrocchiana, Daniela Manzitti, madre coraggio che ha fatto arrestare il figlio pur di sottrarlo dalle mani della criminalità.
Sotto la direzione della giornalista Micaela Ferrara e dopo l’introduzione del presidente del Rotary Club Corato Antonio Papagni che ha evidenziato l’impegno rotariano verso queste problematiche, si sono succeduti gli ospiti della serata, il prof. Claudio Sarzotti, docente di filosofia del diritto dell’Università di Torino ed esperto di diritto penitenziario, il direttore del carcere di Trani Giuseppe Altomare e Tommaso Minervini, sindaco di Molfetta, educatore professionale specializzato ed esperto di giustizia ripartiva.
«Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato». A dirlo è l’articolo 27 della Costituzione Italiana che nel suo terzo comma specifica il senso del carcere come luogo non di prigionia, bensì di recupero di chi ha commesso un reato. Proprio partendo dall’enunciato costituzionale il prof. Claudio Sarzotti ha fatto luce su uno dei principali fondamenti del nostro ordinamento penale che costituisce, inoltre, l’espressione di una delle basilari funzioni della pena. Il prof. Sarzotti ha parlato di pregi e difetti della legge 354 del 1975 osservando amaramente come, dati statistici alla mano, oltre il 70% dei carcerati torna in carcere entro 3 anni dall’uscita. Questo da un lato significa che la maggior parte degli sforzi compiuti dagli operatori risultano vani, dall’altro spinge ancora di più ad impegnarsi per risolvere i problemi. Bellissima in proposito l’iniziativa di portare le lezioni di alcuni corsi di giurisprudenza direttamente nel carcere di Torino perché la cultura è l’arma principale per combattere la criminalità.
Successivamente ha parlato Tommaso Minervini, attuale sindaco di Molfetta ma con alle spalle oltre 40 anni nei carceri pugliesi come operatore professionista. Il sindaco ha raccontato l’approccio che deve avere l’operatore che deve confrontarsi con tante persone, ognuno con la sua peculiarità, perché solo un approccio diretto può sortire effetti benefici sui detenuti.
Infine il dott. Altomare, direttore della casa circondariale di Trani, ha spiegato delle innumerevoli complessità che ogni giorno deve affrontare, dalla cronica carenza di posti, alla difficoltà di aprire un nuovo stabile (già ultimato), alla necessità di personale medico e paramedico (sopratutto psicologi). Alla fine ha confermato l’utilità delle numerose associazioni che operano nel carcere per offrire ai detenuti un’alternativa di vita al di fuori.
A questi interventi si è succeduto quello di Marina Mastromauro, amministratore delegato del Pastificio Granoro, che ha parlato del suo progetto “Ripartiamo dalla pasta” svolto nel carcere femminile di Trani che ha prodotto importanti risultati e cercato di offrire professionalità ai detenuti. Infine un messaggio video di Giancarlo Visitilli che con la sua associazione “I bambini di Truffaut” si occupa dei figli delle detenute.
Pierluigi Amodio
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