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Il Rotary Club di Molfetta ricorda i 100 anni del Milite Ignoto

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Da sempre l’uomo trae esperienze dal passato per comprendere meglio il presente. La storia recente può dare la possibilità di cogliere segni e somiglianze con eventi già accaduti. Lavorare sulla memoria significa estendere i confini e costruire sulla storia le basi del futuro. È necessario comprendere che – cercare nel passato la spiegazione e le radici quanto le cause remote o vicine dell’evoluzione e degli eventi di oggi – è l’unico strumento per tentare di orientarci e di comprendere quello che ci circonda. Solo così, non facendo cadere la memoria nel sonno perpetuo saremo come “nani sulle spalle dei giganti”.

I giganti sono le nostre storie passate, i nani siamo noi che – con la vista assai debole – possiamo con il loro aiuto andare al di là della memoria e dell’oblio. Ed è proprio per non dimenticare, che il Rotary Club di Molfetta ha organizzato presso Palato Bistrot una serata in memoria dell’anniversario dei 100 anni del Milite Ignoto.

Ad aprire la serata – come di consueto – è stato il presidente del Rotary Club di Molfetta, Felice de Sanctis che dopo i saluti di rito, ha introdotto l’argomento della tavola rotonda spiegando quanto onorare la ricorrenza del centenario della traslazione del Milite Ignoto nel Sacello dell’Altare della Patria significhi ricordare i caduti italiani di tutte le guerre nonché i 600mila soldati italiani morti durante la Prima Guerra Mondiale. Senz’altro una delle pagine più tristi della nostra storia, l’elaborazione di un lutto di massa come di massa è stata la morte. Ma anche una ricorrenza importante, simbolo dell’unità nazionale.

La parola è passata poi all’avv. Angelo Maria Gadaleta – socio del Club e delegato del Sacro e Militare Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro della Real Casa Savoia – che ha tenuto una vera e propria lectio sul tema. Raccontando aneddoti poco conosciuti ai più e con dovizia di particolari è riuscito a catalizzare l’attenzione massima dei presenti. Con sentita partecipazione ha spiegato come la tomba del Milite Ignoto rappresenti una tomba simbolica che contiene i resti di un militare morto in guerra e il cui corpo non è stato mai identificato. L’idea di onorare una salma sconosciuta risale in Italia al 1920 e fu sostenuta dal colonnello Giulio Douhet sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia e in altri Paesi coinvolti nel conflitto mondiale. Il relativo disegno di legge fu presentato alla Camera il 1921. Approvata la legge, il Ministero della guerra diede incarico ad una commissione che esplorò attentamente tutti i luoghi nei quali si era combattuto: dal Carso agli Altipiani e dalle foci del Piave al Montello. Furono raccolte undici salme, una sola delle quali sarebbe stata poi tumulata a Roma al Vittoriano.

In un primo tempo ebbero ricovero a Gorizia e poi vennero trasportate nella Basilica di Aquileia il 28 ottobre 1921. Qui si procedette alla scelta della salma destinata a rappresentare il sacrificio di seicentomila. La cura con cui venne scelto il soldato e il risalto dato alla cerimonia della sepoltura, testimoniano l’importanza attribuita al culto dei caduti alla fine del conflitto.

La scelta fu affidata a Maria Bergamas madre del volontario irredento Antonio Bergamas che aveva disertato dall’esercito austriaco per unirsi a quello italiano ed era caduto in combattimento senza che il suo corpo fosse ritrovato. Un momento struggente, di grande commozione mista al dolore della perdita subita. Il viaggio si compì sulla linea Aquileia – Venezia – Bologna – Firenze – Roma a velocità moderatissima in modo che presso ciascuna stazione la popolazione potesse avere il tempo di onorare il caduto simbolo.

La cerimonia ebbe il suo epilogo nella capitale. Tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti con il Re in testa e le bandiere di tutti i reggimenti mossero incontro al Milite Ignoto che da un gruppo di decorati di medaglia d’oro fu portato a S. Maria degli Angeli. Il 4 novembre 1921 il Milite Ignoto venne tumulato nel sacello posto sull’Altare della Patria e gli fu concessa la medaglia d’oro con questa motivazione: “Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria”.

Le altre dieci salme rimaste ad Aquileia furono – al termine della cerimonia – tumulate nel cimitero di guerra che circonda il tempio romano.

A chiudere la serata – l’intervento dell’assistente del Governatore, Costantino Fuiano – che, sulla scia di chi lo ha preceduto, ha rimarcato l’importanza della celebrazione di un evento simbolo della nostra storia nazionale, perno che deve rimanere ben saldo nella memoria collettiva.

La conversazione sul Milite Ignoto è stata preceduta da una visita alla sede degli Eredi della Storia, con la guida del presidente Sergio Ragno, che ha illustrato ricordi, cimeli e testimonianze raccolte in una Mostra sulla Grande Guerra.

Attenti agli inquinanti e contaminanti nella prima infanzia: il pediatra dr. Balducci al Rotary Club di Molfetta

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Molti sottovalutano i pericoli di inquinanti e contaminanti nella prima infanzia, non considerando che questo è il periodo più a rischio e che alcuni veleni che il nostro organismo assorbe, soprattutto nei primi due anni di età, sono destinati a ripercuotersi per tutta la vita, con l’insorgenza di malattie gravi come i tumori.
Il silenzio degli innocenti bambini, che non hanno la possibilità di esporre i loro problemi, va, perciò, preso in considerazione dai genitori. Il cosiddetto “body burden”, ossia la quantità di sostanza chimica che si accumula nell’organismo nel corso del tempo, inizia già nella fase prenatale, prosegue durante l’allattamento e continua successivamente per tutta la vita con effetti anche post generazionali.
A mettere in guardia da questi rischi è stato il dr. Ottavio Balducci, pediatra e già assessore comunale ai servizi sociali nel corso di un incontro al Rotary Club di Molfetta che ha voluto fare il punto su un fenomeno poco conosciuto. In questi giorni – come ha detto il presidente del Rotary Felice de Sanctis -, l’attenzione dell’opinione pubblica è concentrata soprattutto sulle vaccinazioni Covid per i bambini, esposti anch’essi alla terribile pandemia che da due anni sta devastando il pianeta.
I bambini sono da sempre soggetti a rischio. L’industrializzazione e la modernizzazione hanno portato benessere e migliorato la qualità di vita, ma hanno determinato anche un notevole aumento degli inquinanti e ne hanno generato di nuovi, creando così nuovi rischi ambientali.
Nell’ambiente in cui viviamo è inevitabile il contatto quotidiano con sostanze inquinanti: ad alcune di esse non possiamo sfuggire o lo possiamo solo in parte, basti pensare all’inquinamento dell’aria nelle grandi città; ad altre possiamo però sottrarci con un’attenta condotta di vita, ad esempio non fumando, evitando pericolose esposizioni e scegliendo con più accuratezza i cibi con cui nutrirci.
Come è noto rispetto agli adulti i bambini hanno un più ampio rischio ambientale perché: il bambino “non capisce” o “non legge” la gravità del rischio (ascensore, traffico, fuoco, farmaci, incidenti domestici, giocattoli, cartelli di divieto, ecc.); vive in un mondo costruito per adulti; gli spazi e i giochi che gli sono riservati sono inadeguati.
«Il mese di dicembre il Rotary Internazionale concentra la sua attenzione su prevenzione e cura delle malattie, perciò ci è sembrato opportuno dedicare una serata all’approfondimento del tema degli inquinanti e contaminanti nella prima infanzia. Del resto molti di noi sono nonni, tanti sono genitori e siamo, perciò, molto sensibili a questo problema», ha concluso il presidente.
Il dr. Balducci, dopo aver elencato le principali fonti di sostanze tossiche per la salute (almeno 101 di cui 76 cancerogene) che possono essere presenti stabilmente nei nostri tessuti (diossine, pesticidi, arsenico, piombo e mercurio, e altre sostanze vietate da anni), ha ricordato che queste sostanze pericolose vengono immesse direttamente o indirettamente nell’aria, nell’acqua e resistono nel tempo alla biotrasformazione e si accumulano all’interno dell’organismo in concentrazioni superiori a quelle riscontrate nell’ambiente circostante.
Ma i pericoli non sono solo all’esterno, ma anche nelle abitazioni e nei nostri stili di vita. Tra gli inquinamenti indoor, vanno considerate anche le onde elettromagnetiche e l’inquinamento del suolo e delle acque. Uno degli inquinamenti più importanti in Italia è avvenuto proprio nella nostra Puglia con l’Ilva di Taranto con queste percentuali di mortalità e incidenza oncologica: +21% di mortalità infantile rispetto alla media regionale; +54% di tumori in bambini da 0 a 14 anni; +20% di eccesso di mortalità nel primo anno di vita; +45% di malattie iniziate già durante la gestazione.
Anche il reddito incide sulle patologie respiratorie con percentuali che vanno dal 57% delle popolazioni a basso reddito a quelle molto più ridotte in quelle ad alto reddito, appena il 13%.
Infine il dr. Balducci ha offerto 8 consigli ai genitori: La casa è il primo luogo da bonificare dagli inquinanti. Anche l’alimentazione può essere fonte di inquinanti e contaminanti tossici. Fino ai due anni del bambino meglio il baby food in quanto attualmente sono i più controllati e sottoposti a sempre maggiori restrizioni sull’ammissibilità dei contaminanti e sui limiti massimi di residui ammessi. Evitare le diete monotone che non garantiscono il giusto apporto di macro e micronutrienti ed espongono maggiormente al rischio di assimilare contaminanti alimentari. Porre attenzione alle preparazioni domestiche che devono garantire, la qualità delle materie prime, l’igiene, la necessaria sterilità, l’idonea cottura e conservazione. Per i prodotti freschi come frutta e verdure è preferibile il biologico, le filiere corte (km 0) e controllate rispettando la stagionalità. Eliminiamo la buccia dalla frutta per evitare il rischio di ingerire pesticidi. Evitare cibi con conservanti e nitrati spesso presenti nei salumi.
Ma anche i futuri genitori devono fare attenzione. Ecco 7 consigli per loro: Quando si inizia anche solo a pensare ad una gravidanza, la coppia dovrebbe fare una revisione del proprio stile di vita per cambiare le abitudini meno salutari almeno 6 mesi prima. Smettere di fumare. No uso di droghe. Limitare ad un uso occasionale l’assunzione di piccole quantità di alcol e di caffè. Fare esercizio fisico e mantenere sotto controllo il peso. Evitare il contatto con sostanze tossiche in casa, in giardino e nei luoghi di lavoro. Ridurre l’esposizione alle radiazione da dispositivi elettronici. Adottare la Dieta Mediterranea evitando diete monotone e il cibo spazzatura. Per i prodotti freschi come frutta e verdure è preferibile il biologico, le filiere controllate e rispettando la stagionalità. Ridurre nella dieta l’assunzione di carne e pesce di grossa taglia e di cibi con conservanti.

Il segretario del Club, Vito Valente, il presidente Felice de Sanctis e il relatore dr. Ottavio Balducci
Il presidente Felice de Sanctis consegna il gagliardetto del Club al dr. Balducci
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