Giorno: 2 Gennaio 2020

A Corato l’interclub “Oltre le sbarre” sulla attuale situazione carceraria 


Uno dei principali progetti distrettuali di quest’anno rotariano riguarda il miglioramento delle condizioni di vita e la riqualificazione sociale dei carcerati.

In quest’ottica il 3 dicembre si è svolto a Corato un incontro dal titolo “Oltre le sbarre” organizzato dal Rotary Club Corato in interclub con i Rotary di Bisceglie, Bitonto Terre dell’Olio e Molfetta, con l’obiettivo di comprendere la complessità della realtà carceraria e le iniziative che costantemente gli operatori mettono in atto per far diventare il carcere un luogo non di prigionia, bensì di recupero di chi ha commesso un reato.

L’incontro si è svolto presso il salone parrocchiale della chiesa del Sacro Cuore di Corato, in quanto il parroco, don Vito Martinelli, inizierà a breve un progetto nel carcere di Turi dal titolo “Liberi tra le pagine” ed inoltre la chiesa sorge in un quartiere con un alto tasso di microcriminalità. Ed infatti è risultata molto intensa la testimonianza di una parrocchiana, Daniela Manzitti, madre coraggio che ha fatto arrestare il figlio pur di sottrarlo dalle mani della criminalità.

Sotto la direzione della giornalista Micaela Ferrara e dopo l’introduzione del presidente del Rotary Club Corato Antonio Papagni che ha evidenziato l’impegno rotariano verso queste problematiche, si sono succeduti gli ospiti della serata, il prof. Claudio Sarzotti, docente di filosofia del diritto dell’Università di Torino ed esperto di diritto penitenziario, il direttore del carcere di Trani Giuseppe Altomare e Tommaso Minervini, sindaco di Molfetta, educatore professionale specializzato ed esperto di giustizia ripartiva.

«Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato». A dirlo è l’articolo 27 della Costituzione Italiana che nel suo terzo comma specifica il senso del carcere come luogo non di prigionia, bensì di recupero di chi ha commesso un reato. Proprio partendo dall’enunciato costituzionale il prof. Claudio Sarzotti ha fatto luce su uno dei principali fondamenti del nostro ordinamento penale che costituisce, inoltre, l’espressione di una delle basilari funzioni della pena. Il prof. Sarzotti ha parlato di pregi e difetti della legge 354 del 1975 osservando amaramente come, dati statistici alla mano, oltre il 70% dei carcerati torna in carcere entro 3 anni dall’uscita. Questo da un lato significa che la maggior parte degli sforzi compiuti dagli operatori risultano vani, dall’altro spinge ancora di più ad impegnarsi per risolvere i problemi. Bellissima in proposito l’iniziativa di portare le lezioni di alcuni corsi di giurisprudenza direttamente nel carcere di Torino perché la cultura è l’arma principale per combattere la criminalità.

Successivamente ha parlato Tommaso Minervini, attuale sindaco di Molfetta ma con alle spalle oltre 40 anni nei carceri pugliesi come operatore professionista. Il sindaco ha raccontato l’approccio che deve avere l’operatore che deve confrontarsi con tante persone, ognuno con la sua peculiarità, perché solo un approccio diretto può sortire effetti benefici sui detenuti.

Infine il dott. Altomare, direttore della casa circondariale di Trani, ha spiegato delle innumerevoli complessità che ogni giorno deve affrontare, dalla cronica carenza di posti, alla difficoltà di aprire un nuovo stabile (già ultimato), alla necessità di personale medico e paramedico (sopratutto psicologi). Alla fine ha confermato l’utilità delle numerose associazioni che operano nel carcere per offrire ai detenuti un’alternativa di vita al di fuori.

A questi interventi si è succeduto quello di Marina Mastromauro, amministratore delegato del Pastificio Granoro, che ha parlato del suo progetto “Ripartiamo dalla pasta” svolto nel carcere femminile di Trani che ha prodotto importanti risultati e cercato di offrire professionalità ai detenuti. Infine un messaggio video di Giancarlo Visitilli che con la sua associazione “I bambini di Truffaut” si occupa dei figli delle detenute.

Pierluigi Amodio

Festa degli Auguri Rotary Club Melfi

 

La cerimonia degli auguri è un evento molto atteso e molto partecipato. Il Rotary Club Melfi nella sua sede “Relais La Fattoria” sabato 21 dicembre si è riunito per dare vita ad una serata all’insegna dell’amicizia e dello stare insieme. Nutrita è stata la partecipazione in cui si è registrata la gradita presenza di Sua Eccellenza il Vescovo di Melfi Mons. Ciro Fanelli, dell’Assistente del Governatore Marco Saraceno con la gentile signora Maria Pia, e i numerosi soci con i loro ospiti che hanno partecipato all’evento in programma.
Dopo i saluti iniziali, la Presidente Prof. Pina Cervellino ha fatto giungere gli auguri di Natale attraverso la forma dell’arte sacra. Ha mostrato ed interpretato una serie di natività dei pittori del passato tra le più rappresentative e significative opere d’arte pittoriche.
“Dio non muore ma rivive nella bellezza del Natale e rivive nelle emozioni dell’anima”. Durante la serata vi è stato l’ingresso del nuovo socio dott. Raffaele Lopardo, è seguito poi uno spettacolo di intrattenimento canoro a cura di tre bravissime studentesse del Liceo che hanno ben interpretato alcune canzoni della memoria del famoso Trio Lescano, e l’esecuzione di brani famosi a cura del coro Gospel Lucano “The power of the voice”.
Si è continuato poi fino a tardi con la cena conviviale tra balli ed allegria con musica e canti dal vivo in una sala pregna di aria natalizia, curata della prefetta Rosa Preziuso.
Il pensiero di solidarietà del 2019 è stato destinato ad alcune strutture dove il Natale viene vissuto in modo differente e non sempre festoso. Il Rotary Club di Melfi ha donato i panettoni alla Caritas Lavello, Aias e ospedale di Melfi, al Crob di Rionero, agli immigrati di Don Sandro di Melfi. La serata si è conclusa con il tradizionale scambio degli auguri di Natale e tanti buoni propositi per il prossimo anno.
Addetto stampa GDL

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