L’AIUTO DEL ROTARY PER LE NUOVE GENERAZIONI HA AVUTO INIZIO A CASTELLANA GROTTE CON UNA CONVERSAZIONE SUL CORRETTO UTILIZZO DEI SOCIAL NETWORK
Ha preso il via, il progetto del Rotary Club Putignano Trulli e Grotte “Il Rotary al servizio delle nuove generazioni e per lo sviluppo del territorio”. Questo progetto si propone di dare un contributo alla preparazione al mondo del lavoro e ad un migliore e più consapevole orientamento universitario, mettendo a disposizione degli studenti degli istituti superiori di Castellana Grotte e di Turi le competenze tecnico-professionali-manageriali di alcuni soci rotariani del club. Il primo incontro ha avuto luogo sabato scorso, 28 gennaio, all’Istituto di Istruzione superiore “Luigi dell’Erba” di Castellana Grotte. Nella sala delle conferenze dell’istituto sono convenuti gli studenti delle classi seconde, mentre gli altri hanno potuto seguire gli incontri dalle loro classi, grazie all’ausilio delle nuove tecnologie. Tema della giornata: “I giovani ed i social network: uso consapevole e prevenzione dei rischi”. Il presidente ing. Francesco Mercieri, ha spiegato agli studenti cosa è il Rotary, quali i suoi valori, la sua mission sul territorio, per la cultura e per gli interventi umanitari. La tematica è stata illustrata a due voci: quella dell’avv. Giancarlo Angelini De Miccolis, avvocato penalista presso il foro di Bari e quella del dott. Andrea Riccardo Miani, funzionario istruttore direttivo amministrativo contabile, già presidente del Rotaract. Premesso che internet è la prima cosa che l’umanità abbia costruito che l’umanità stessa non comprende e che esso sia il più grande esperimento di anarchia che sia mai stato fatto, esso può tradursi in “rete sociale”, connessione tra persone con differenti legami di amicizia, di lavoro e di altri interessi comuni. Ve ne sono di diversi tipi, tra cui il più famoso forse è Facebook, ma anche Instagram, Telegram, Tik Tok, Twitter, Wats App… I social oggi sono l’evento più importante e maggiormente ricco di implicazioni dalla rivoluzione industriale ad oggi. In Italia il 75 per cento dei cittadini tra i 18 ed i 35 anni usa quotidianamente i social media. I relatori hanno fato presente che esiste una “netiquette”, un insieme di regole informali che disciplina il buon comportamento di un utente sul web di internet, specie nel rapportarsi ad altri utenti. Il rispetto della netiquette, hanno fatto presente, non è imposto da alcuna legge ma essa è richiamata dai contratti di fornitura. Inoltre occorre che i giovani stiano attenti alla creazione di falsi profili in quanto essi costituiscono reato. In genere i ragazzi li creano per conoscere persone nuove senza esporsi troppo; per controllare i propri amici o il proprio partner senza che essi lo sappiano; financo per cercare di sfuggire ai propri genitori. Essi hanno posto l’attenzione sul fatto che basta un post sbagliato su Faceboock perché i dipendenti possano ricevere una sanzione disciplinare. I due avvocati hanno informato i giovani su quali sono i più comuni comportamenti scorretti, spesso inconsci: la diffamazione; l’ingiuria; la sostituzione di persona; la minaccia; la violenza privata; le pubblicazioni illegittime; la lesione della privacy; il trattamento illecito dei dati personali; gli atti persecutori; la violazione del diritto di autore ed infine, molto pericolosa, la diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti che possono, come conseguenza, procurare alle vittime “revenge porn”, “cavallo di ritorno”, ricatto. Alla domanda di alcuni studenti su che cosa rischiano essi che non sono maggiorenni, i due esperti hanno fatto presente che saranno i loro genitori a risponderne ed a rimborsare il danneggiato. Una istituzione come la scuola, hanno essi sentenziato, deve senza alcun dubbio educare gli studenti ad un uso più consapevole e rispettoso dei social, educando ad affrontare ed a prevenire spiacevoli conseguenze, come la macchia della “fedina penale”. “In conclusione- hanno affermato De Miccolis e Miani- i social media possono essere un modo efficace di comunicare ed anche per studiare e possono quindi portare molti benefici se utilizzati correttamente e nel rispetto della nostra comunità”. Uno studente voleva sapere se i docenti possono “sequestrare” i loro telefonini durante l’ora di lezione. La risposta è stata, purtroppo per lui, affermativa se nel regolamento scolastico è prevista una tale procedura.
Pietro Gonnella