3 ottobre 2022
L’ironia, l’erudizione profonda e una sicura capacità oratoria hanno caratterizzato l’intervento del prof. Aldo Luisi su Eros e Vino nei poeti della Roma augustea. L’interclub ha visto la partecipazione di oltre 150 soci dei club metropolitani e ospiti. L’incontro si è aperto con un lauto buffet in cui, oltre a varie deliziose stuzzicherie, non poteva mancare la ormai immancabile ‘assassina’.
Il prof. Luisi non poteva non notare, in apertura del suo intervento, che la parte relativa la Vino era stata già ampiamente ‘testata’ durante il buffet precedente. Soprattutto in virtù del celebre detto di Orazio, ricordato in apertura: “Dio rende la vita dura agli astemi”.
Dalla Grecia a Roma, Alceo, Anacreonte, Properzio, Tibullo, Orazio, Ovidio, i poeti e le loro descrizioni hanno fatto da contraltare alle osservazioni di Ippocrate e Galeno, perché la scienza, dall’Antichità e fino ai giorni nostri, ha dovuto riconoscere che il legame tra vino ed eros è un legame stretto e indubbio.
Ma i riferimenti più curiosi sono stati quelli alla cultura del tempo, spesso poco conosciuta. Le varietà di vino più popolari nella Roma antica, il cecubo e il falerno, i modi di bere e di conservare il vino; e, per quel che riguarda l’eros, le abitudini della vita sessuale del vir romanus, la differenza tra una moglie, una concubina e una meretrice. Il tutto arricchito da aneddoti tratti dai poeti e da curiosità varie.
Come un vero istrione, esercitando tutte quelle qualità retoriche per cui la classicità è celebre e ha contribuito alla formazione degli uomini per i secoli successivi, il prof. Luisi ha condotto il suo discorso senza far calare di un attimo l’attenzione dell’uditorio. Alla fine tutti eravamo convinti che, come dice l’Ecclesiaste, citato durante la serata : “Che vita sarebbe la nostra senza vino?” e anche senza Eros, dato lo stretto connubio esistente tra i due elementi.
Titti Cavallini