Giorno: 5 Dicembre 2022

“END POLIO NOW”: ROTARY E ROTARACT DI PUTIGNANO ILLUSTRANO IN COMUNE IL PROGETTO “END POLIO NOW”

“END POLIO NOW”: L’IMPEGNO DEL ROTARY E DEL ROTARACT ILLUSTRATO AL COMUNE
Il 25 novembre scorso, nella sala consiliare del Comune di Putignano, ha avuto luogo un incontro sulla poliomelite: “END POLIO NOW”, promosso dal Rotary Club Putignano Trulli e Grotte e dal Rotaract Club di Putignano, con il patrocinio del Comune di Putignano. Alla presenza di un attento pubblico, tra cui anche il giudice di pace dr. Tiziana Gigantesco, il sindaco Luciana Laera, si è detta particolarmente contenta che i due club di servizio di Putignano abbiano scelto un luogo istituzionale, come la sala consiliare, per dibattere un tema molto sensibile ed attuale ed ha auspicato una continua collaborazione con i due club anche per altre tematiche. Ella ha anche aggiunto di apprezzare molto tutto quello che Rotary e Rotaract fanno per il territorio e, ricordando che in tale giorno ricade la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha affermato che, così come ci vuole tanto rispetto per le donne, soprattutto per quelle più fragili, così occorre rigoroso rispetto ed attenzione per tutti coloro che sono affetti da disabilità e problematiche varie. Il presidente del Rotaract club, Antonietta Conforti, ha evidenziato la continua e proficua collaborazione tra Rotary e Rotaract per tanti interventi benefici sul territorio e per l’impegno contro i grandi problemi che affliggono il mondo, come la poliomelite. Francesco Mercieri, presidente del Rotary, ha confermato che l’incontro ha come fine quello di aumentare la consapevolezza dell’esistenza di questa terribile malattia che si trasmette per contaminazione e di sensibilizzare l’opinione pubblica a contribuire alla lotta. Egli ha ricordato come il Rotary nel mondo tanto si sia prodigato in tale lotta, con l’intento di eradicare del tutto la malattia dalla ”faccia della terra”, giungendo a vaccinare due miliardi e mezzo di bambini, anche con medici rotariani. Oggi tale impegno massiccio ha molto ripagato -ha rassicurato- tanto che solo in Afghanistan ed in Pakistan la malattia ancora resiste parzialmente. Infatti dal 1979 il Rotary ha iniziato, con tutti i club sparsi in ogni Paese, una grande raccolta fondi riuscendo nel primo anno a vaccinare sei milioni di bambini. Nel 1985 viene lanciata la campagna “Polio Plus”, la più grande iniziativa privata nel settore della sanità pubblica. Nel 1988 l’Organizzazione mondiale della Sanità e l’UNICEF si uniscono al Rotary ed insieme viene lanciata la campagna “Global Polio Eradication”, anche perché in tale anno si contano più di 350 mila casi di polio in 125 Paesi. Nel 2009 al Rotary si affianca la Fondazione Bill e Melinda Gates e nel 2011 vengono accolte tante celebrità e grandi personaggi pubblici, tra cui tanti premi Nobel per la pace che, coordinati e guidati dal Rotary ,lanciano la campagna “BASTA COSI’ POCO” …per eradicare la polio. Viene raccolto un miliardo di dollari per le vaccinazioni e finalmente l’India esce dal novero dei paesi contagiati. Oggi, quando già si riteneva che la malattia fosse stata debellata del tutto, essa è tornata a minacciare il mondo dopo alcuni allarmanti rilevamenti a New York ed in Gran Bretagna; tanto da indurre il presidente internazionale del Rotary, Jennifer Jones, a stanziare ulteriori 150 milioni di dollari per aumentare il proprio impegno. Anche il Rotaract, in tutti questi anni, si è sempre affiancato a queste iniziative. Il dott. Vito Fanelli, rotariano e specialista di malattie infettive, ha spiegato scientificamente cosa è la poliomelite. Essa – ha detto il dr. Fanelli- è una patologia virale acuta ed estremamente contagiosa che può colpire i nervi del sistema nervoso centrale e provocare forme temporanee o permanenti di paralisi dei muscoli del corpo. La sua diffusione avviene maggiomente nei mesi estivo-autunnali. A causare la poliomelite è un enterovirus chiamato “poliovirus” la cui trasmissione, tra gli esseri umani, avviene soprattutto per via oro-fecale, specie in quei Paesi, come quelli africani, dove le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie. Per i malati di poliomelite, l’interessamento del sistema nervoso centrale può avere esito fatale. Fortunatamente però, questo fenomeno è molto raro (riguarda circa il sei per cento dei casi) mentre è molto più comune la forma “lieve” della malattia, quella in cui il poliovirus si limita ad invadere l’intestino. Purtroppo – ha affermato il dr. Fanelli – non esiste ancora una cura specifica contro tale malattia. I pazienti quindi, devono aspettare cha la patologia faccia il suo decorso affidandosi unicamente ai trattamenti sintomatici, pianificati sulla base della gravità della infezione. La mancanza di una cura specifica dà, necessariamente, una estrema rilevanza alla prevenzione. Per prevenire la poliomelite, la vaccinazione è il mezzo più efficace in assoluto. La bassa incidenza attuale della malattia è frutto di un programma di eradicazione iniziato dal Rotary nel 1979 e poi, dal 1988, anche dall’OMS e dall’UNICEF. Tale programma, che consiste nella vaccinazione di massa, è stato così efficiente – ha fatto notare il dott. Fanelli – che ha portato ad una riduzione dei casi di polio del 99 per cento. Secondo le statistiche, il numero dei casi mondiali di polio è sceso da 350 mila degli anni Ottanta a soli 42 nel 2016. Recentemente, in Afghanistan, i Talebani hanno reso obbligatoria la vaccinazione a tutti i bambini del Paese. Rimane quindi, qualche criticità nel solo Pakistan. Tuttavia- ha rassicurato il dr. Fanelli – “la fine della poliomelite è davvero vicina”. Il tennista Salvatore Caputo, atleta professionista del Circolo Tennis di Nardò, disabile quasi da bambino, è stato un vero testimonial della terribile malattia. Con simpatia e coraggio, dalla sua sedia a rotelle, ha emozionato il pubblico con la sua storia e si è detto lui stesso molto emozionato per essere ritornato, sia pure per qualche ora, nella città di Putignano dove, ventidue anni fa, ha partecipato ad un torneo di tennis per disabili presso il Centro sportivo “La Quercia”, del quale ha vividi ricordi e conserva amicizia e stima di molti tennisti del paese. Egli ha spiegato che un giorno, quasi all’improvviso, ha notato che le sue gambe non si muovevano. Ospedale di Lecce, la diagnosi crudele, la disperazione sua ma soprattutto dei suoi genitori. Da allora la sua vita è cambiata radicalmente. Egli ha, tuttavia, trovato la forza di andare avanti, con una gamba più magra e più debole dell’altra, consumando scarpe su scarpe per l’incedere irregolare. “E’ stato molto difficile andare avanti, non solo per la sofferenza ma anche per la disabilità e qualche volta, per la mancanza di rispetto degli altri. Ho anche avuto un incidente stradale che ha acuito ancora di più il mio problema. Oggi ho una certa età (53 anni) ma, da giovane, dicono che ero bello, con gli occhi azzurri ed i capelli ricci. Tante ragazze mi si avvicinavano e mi ben guardavano, convinte che il mio problema fosse la conseguenza di un incidente stradale. Ma quando venivano a sapere che ero malato dall’infanzia, quasi tutte si allontanavano, ritirando affetto ed attenzione. Io capivo e mi mortificavo. Se facevo il “furbo” mi mostravano attenzione ed affetto, se ero “sincero”, diventavano fredde. Qualche volta ho fatto il furbo”. Egli ha affermato che, grazie allo sport, ha avuto grande voce: è stato campione regionale della sua disciplina. Per giocare in sicurezza ha detto che si legava con dei nastri alla sedia per non cadere. Ha cominciato a girare per tanti paesi, in Italia ed all’estero, per diffondere il suo messaggio ed elevare il suo grido di aiuto per tutti coloro che si trovano nella sua condizione. Ha saputo di genitori che, nella sua terra, il Salento, si sono rifiutati di vaccinare i propri figli e che “proprio l’altro giorno, il tribunale di Lecce ha obbligato un genitore alla vaccinazione del figlioletto”. Nella sua vita ha conosciuto “una cara amica, che ora non c’è più, con il polmone di acciaio, alla quale riusciva a parlare per il tramite di uno specchio e la cui storia è diventata un film con Carol Alt. “Bisogna guardare a chi sta meglio di te – ha affermato – ma anche a chi sta peggio, per trarre conforto e coraggio. Io poi, ho anche sofferto della sindrome “post polio”, dopo tanti anni che mi ero ammalato, con dolori agli arti ed ai muscoli, senso di freddo, affanno e difficoltà di concentrazione.” Egli ha anche reso noto che, intanto, si è sposato; che ha un figlio ventiseienne, che frequenta i vecchietti del suo paese perché lo “rispettano molto” al contrario dei giovani, che spesso ha avuto problemi con i circoli, alcuni dei quali ritengono che le sedie a rotelle rovinino i campi di gioco. Ha concluso rendendo noto che ,da alcuni anni, ha intrapreso una intensa attività di divulgazione della conoscenza della malattia, organizzando veri e propri tour in Italia ed all’estero, presso le scuole, le associazioni e le varie amministrazioni, anche comunali, anche con l’intento di raccogliere fondi, anche di pochi euro che, messi insieme, potranno aiutare i bambini africani a ricevere il vaccino. A tale punto il sindaco Luciana Laera gli ha dato un arrivederci perché intende organizzare un percorso comune di sensibilizazione sul tema a Putignano ed anche nei paesi vicini.
Pietro Gonnella

I CLUB DI VENOSA, MATERA E MELFI PARLANO DI RESILIENZA INNOVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO

Una mattinata davvero ricca di spunti e di approfondimenti quella del 5 novembre presso Aula Magna Istituto Comprensivo” Ernesto Battaglini”- Venosa
Le fonti di energia rinnovabile sono fonti energetiche non soggette ad esaurimento perché naturalmente reintegrate in una scala temporale umana tramite processi fisici, come avviene per la luce solare, il vento, il ciclo dell’acqua, le maree, le onde e il calore geotermico, o chimici, come avviene per la biomassa, ne hanno parlato i nostri ospiti vere eccellenze lucane nei campi della Meccanica dell’agricoltura dell’ingegneria
un focus che ha visto al centro il tema della
#Resilienza #Innovazione e valorizzazione del #capitaleumano nel mondo che cambia”
Un Grazie va ai
Rotary Club Venosa
Rotary Club Matera
Rotary Club Melfi
Ai presidenti Michele Cervellino Giovanni De Lorenzo Rosaria Cancelliere e loro soci intervenuti e per aver voluto questo appuntamento con i giovani studenti.
Domande curiosità e perplessità sono state evidenziare proprio da loro i giovani imprenditori del futuro.
Diciamo grazie per la disponibilità alla
Dirigente scolastica IISS Battaglini Maria Luisa Longo ai ragazzi delle IV e V e al corpo docente
Grazie alla Sindaca.
Marianna Iovanni
Grazie al assistente del Governatore distretto 2120
– Giovanni Navazio
Grazie ai relatori
Antonio Braia
Marco Saraceno
Francesco Iantorno
per l’illuminato scenario raccontato e vissuto.
Grazie A Valerio Lorusso per aver coniugato le fila delle relazioni.
Rossella Centrone (RC Venosa)
      

AL ROTARY DI PUTIGNANO L’”AGGIUSTA CANTERE RUTTE (ROTT)”

AL ROTARY L’AGGIUSTA CANTERE RUTTE (ROTT)
Spensierato, divertente, emozionante. Tre aggettivi per dare una idea dell’incontro culturale che il Rotary club di Putignano trulli e grotte, nell’ambito del tema dell’anno “Valorizzazione delle tradizioni e sviluppo sostenibile” ha organizzato e svolto venerdi scorso, 4 novembre, presso l’Agriturismo Pedone. Il presidente del Rotary, Francesco Mercieri, ha presentato ed illustrato un altro mestiere, ormai definitivamente scomparso nei nostri paesi, quello di l’“aggiusta cantr rott o rutte”. Fino agli anni cinquanta tantissimi erano i recipienti di creta o di terra cotta, in uso nelle nostre famiglie, per contenere olio, vino, acqua, cibo vario ed anche per lavare i panni, le stoviglie…qualche volta piccoli capolavori, eseguiti con grazia, tramandati di generazione in generazione. “A capasedde”: “u capasone”; “a cantaredde”; “u ciccenate”; “u prise”; “a tiedde”; “a pignate”; “u pignatidde”; “a coppe e a coppetedde”; “u piatte”… Qualche volta, disgraziatamente, essi si rompevano. Quando accadeva ciò, si assisteva ad una specie di tragicommedia in famiglia che finiva “con il caricare di santa ragione il colpevole” per essere stato maldestro o disattento. Colui che “metteva a posto”, aggiustava, questi oggetti, era “l’aggiusta cantr rutte o rott”. Egli, fino agli anni cinquanta, nei nostri paesi passava ogni giorno per le strade e gli incroci lanciando il suo “grido formidabile e solenne”: “Aggiustame u caaaaaaaaaataridde rutte!”. Questo personaggio, ha ricordato Mercieri, portava con sé, a tracolla, una cassetta nella quale c’erano un trapano a corda, adatto per la creta, pinze, fili di ferro, il cemento, un barattolo, un piccolo cucchiaio da muratore, il “triangolo” per affilare il trapano, il martello ed altro. Non sempre si poteva aggiustare l’oggetto rotto, specie se in più pezzi o sgretolato. In caso positivo, egli si sedeva per terra e con lentezza e maestria, eseguiva il suo lavoro sotto lo sguardo dei curiosi. Con il trapano a corda faceva dei buchi a destra ed a sinistra “da spaccazze”; vi faceva passare del filo di ferro i cui capi li attorcigliava e li stringeva con una tenaglia. Quindi coagulava in un barattolo acqua e cemento e con il cucchiaio spalmava il tutto tra i punti e la fessura. In alcuni giorni, hanno riferito i più anziani, egli guadagnava molto; in altri meno o niente. Con il passare del tempo questo mestiere è scomparso, soprattutto con l’avvento gigantesco della plastica che ha sostituito tutto. Prima, ha ricordato ancora il presidente Mercieri, la cui economia era di tipo “circolare” e molto più sostenibile, la semplice riparazione di un piatto che poteva essere usato ancora per molti anni, per il prezzo che l’artigiano richiedeva, era sempre meno costosa che comprarne uno nuovo. Durante la serata il sig Francesco Mastrangelo, ultrasettantenne di Putignano e coltivatore diretto, con la passione di riparare capasoni, vasi e piatti di terra cotta, ha effettuato una dimostrazione di come prima, si riparava un oggetto rotto, con tanto di trapano originale a corda, tra “l’amarcord” dei meno giovani e la grande curiosità dei più giovani. “L’oggetto riparato – egli ha assicurato – durava poi di più perché si faceva più attenzione a non romperlo di nuovo”. Mentre fuori lampeggiava paurosamente, tuonava e pioveva a dirotto, il sig. Angelo Salatino, ultraottantenne di Noci, appassionato suonatore di fisarmonica, ha accompagnato tutto l’incontro con musiche e canti di una tradizione antica.
Pietro Gonnella

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