Il Rotary Club Manfredonia ospita il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Patroni Griffi
Si parlerà molto di mare nei caminetti che il presidente in carica, Saverio de Girolamo, ha programmato per l’anno sociale che lo vede nuovamente alla guida del Rotary Club Manfredonia: non solo, o non tanto perché egli opera nel settore del trasporto marittimo delle merci, quanto per il valore e l’importanza della ‘risorsa’ mare, patrimonio collettivo da tutelare, valorizzare, proteggere e sfruttare in maniera ecocompatibile ed ecosostenibile.
Dopo aver avuto ospiti il Comandante della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, CF Giuseppe Turiano, e il TV Dario Nicosia, addetto alla sezione polizia marittima, ambiente e difesa costiera, che su questa tematica ha tenuto una interessante relazione, il Club ha invitato il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, avv. Ugo Patroni Griffi.
I temi trattati sono state le infrastrutture portuali che Manfredonia ha in dotazione, le potenzialità che esse esprimono e le grandi prospettive di crescita conseguenti allo sviluppo dei commerci marittimi, della pesca, della cantieristica, del turismo e della nautica.
“In città prevaleva un sentimento di sfiducia e diffidenza verso l’Autorità Portuale e rispetto ad una inversione del declino dei porti altifondali e peschereccio che appariva inesorabile.
Abbiamo avviato un intenso lavoro per il recupero delle infrastrutture e la rinascita della portualità inquadrata in uno scenario geopolitico differente e molto più ampio, una macroarea che abbraccia la Daunia e Molise.
Il porto di Manfredonia – spiega Patroni Griffi – deve diventare il porto della Molidaunia, con zone franche doganali e funzionale al corridoio adriatico, a quelli transeuropei (che al momento si fermano ad Ancona) e a quello trasversale Adriatico-Tirreno che ci può collegare ai traffici con i Balcani, con l’Oriente e fino alla Via della seta”.
L’intervento per la riqualificazione del porto altifondali, infrastruttura considerata tra le migliori in Europa e decisiva per la logistica integrata tra mare e terra, grazie al lavoro sinergico di Autorità Portuale, Regione Puglia e Asi, è stato inserito (oltre a Manfredonia c’è solo Brindisi) tra i progetti finanziati dal PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con le risorse del Recovery Plan.
Il progetto di fattibilità ha stimato in 120 milioni di euro le risorse necessarie. Le opere, la cui gara sarà bandita nel 2022 e appaltata probabilmente già entro la fine del prossimo anno, sono finalizzate ad incrementare la ‘capacità’ con l’ampliamento della carreggiata che consentirà di portare carichi maggiori di quelli previsti nel progetto originario del 1970 e, e di utilizzarla anche per i trasporti eccezionali senza i conflitti fra traffico in entrata e uscita che ad oggi si rilevano.
“Anche il porto commerciale sarà oggetto di interventi, finanziati con i fondi europei per la pesca, che riguarderanno la messa in sicurezza, i servizi, i controlli ai punti di sbarco, la realizzazione di aree coperte per la riparazione delle reti, depositi e magazzini”.
In cima alle priorità anche il dragaggio dei fondali: “senza adeguati fondali – sottolinea Patroni Griffi- non è possibile attrarre nuovo traffico e senza dragaggi manutentivi non è possibile nemmeno mantenere quello esistente. Ma occorre procedere alla semplificazione della normativa che attualmente regola queste operazioni”.
Il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale elogia l’impegno degli operatori marittimi di Manfredonia volto a intercettare la croceristica: a metà ottobre, in occasione dell’arrivo de ‘La belle dell’Adriatique’, una nave che trasporta 200 passeggeri e un equipaggio da 25 unità, sarà inaugurata la stazione marittima: “ma bisogna far conoscere, anche all’estero, Manfredonia e i suoi attracchi e l’offerta turistica per i croceristi che vi fanno scalo”.
“C’è molto pressapochismo rispetto alla gestione di un porto che non è affatto cosa semplice, è come gestire una città nella città e dispone del procedimento unico con cui può modificare o derogare anche agli strumenti urbanistici come il PRG.
Rispetto all’idea di sviluppo portuale esiste un fraintendimento che va superato: scorporare un pezzo e iper specializzare il porto in una sola attività porta al default. Il porto dev’essere polifunzionale e sostenibile e la sostenibilità ambientale deve bilanciarsi con quella sociale”.
Pasquale Frattaruolo e Alessandro D’Onofrio
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