CONVERSAZIONI ETICHE: ETICA E FEMMINICIDIO-RC FOGGIA “U.GIORDANO”

‘ETICA E FEMMINICIDIO – Una sfida culturale’

Non è mai semplice parlare di femminicidio, soprattutto parlarne usando le parole giuste. La violenza maschile ci appartiene nel profondo, appartiene a questa società e a tutte le altre. È un fenomeno planetario che attraversa, seppure in forme diverse, ogni nazione.  Interroga gli uomini e il loro rapporto con la libertà femminile. Al centro del discorso sul femminicidio, in tutte le sue forme, c’è sempre la libertà femminile. Le donne, grazie al femminismo, nel corso degli anni, hanno guadagnato molto in termini di indipendenza, soprattutto economica. Eppure, sembra che ci sia un prezzo da pagare. A detta delle esperte, il femminicidio è solo l’ultimo tassello di una lunga scala di discriminazione e sessismo che parte da lontano. Ed è proprio questo “lontano” che ci appartiene e ci può rendere complici dell’uomo violento. Il sessismo strisciante e spesso mascherato di chi ambisce a ridefinire i ruoli delle donne o bloccarne la carriera, di chi evita di nominarle o, la sottovalutazione del rischio di violenza da parte di chi è preposto alla tutela, la “vittimizzazione secondaria” delle donne che hanno “osato” denunciare il padre delle proprie figlie e dei propri figli, oppure il tentativo di ridurre il problema solo ad una necessità di autodifesa delle donne. Sono questi alcuni esempi su cui abbiamo aperto il dibattito della nuova Conversazione etica, il format curato dal Rotary Club Foggia Umberto Giordano e ospitato presso il Liceo Classico Lanza di Foggia. “Il femminicidio, prima che con l’intervento delle Istituzioni preposte, va contrastato con la forza della educazione, della cultura, dell’esempio”. Il socio rotariano Paolo Di Fonzo, nel dare l’avvio ai lavori della giornata – ‘Etica e femminicidio, una sfida culturale – ha preso in prestito le parole che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha riferito in occasione del suo discorso di insediamento per il secondo mandato e aggiunge “queste puntuali e chiare parole mettono ben a fuoco un fenomeno complesso che, in un certo qual modo, affonda le radici nella cultura patriarcale, ancora presente nella nostra società”. Dati alla mano: sono state 116 le donne vittime di questo reato nell’anno 2021, una ogni 72 ore, la maggior parte uccise in ambito familiare ed affettivo (110 donne), spesso per mano del partner o dell’ex partner (68 donne). “E’ il caso di dire che l’omicida ha le chiavi di casa”, ha commentato con amarezza il moderatore, già questore della Polizia di Stato che, dal tavolo dell’Aula Magna del Liceo foggiano, ha invitato la giovane platea a partecipare con attivismo e sguardo critico alla conversazione sul tema alimentata da due voci esperte: la prof.ssa Anna Grazia Lopez, ordinaria di Pedagogia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, ed il dr. Vincenzo Maria Bafundi, magistrato, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia.

“Abbiamo invitato i due illustri relatori per aiutarci a comprendere meglio i lati oscuri di questo fenomeno e semmai a diffondere, ciascuno nel proprio ambito, quella cultura, quella educazione giustamente invocata dal nostro Presidente Mattarella”.

Il Club che ha promosso l’iniziativa ha voluto accanto a se anche la giovane Adriana Marotta, Presidente Interact Foggia Umberto Giordano: “Il tema del femminicidio – ha commentato al microfono – con le conseguenze drammatiche che ne comporta, non è mai abbastanza affrontato con la dovuta attenzione perché spesso i Media danno le notizie così velocemente che non c’è tempo di approfondirle”.  Adriana, da buona rotariana impegnata sul campo, non può fare a meno di evidenziare che “soprattutto noi giovani non ce ne occupiamo abbastanza fino a quando questi episodi non si verificano nella nostra Città e diventa impossibile ignorarli. In verità le donne massacrate, per mano dei loro compagni, potremmo essere noi; le loro storie potrebbero essere le nostre; i loro nomi i nostri. Talvolta, prese dal sentimento, che riteniamo AMORE, diventiamo incapaci di riconoscere ciò che di sbagliato c’è, fino a distruggerci a livello psicologico e spirituale.È per questo motivo che a Scuola si dovrebbero organizzare dei veri Percorsi di formazione per sensibilizzazione al tema “identità di genere – rispetto della diversità”, educando i ragazzi e le ragazze a gestire in maniera sana ed equilibrata i propri sentimenti”.

Sara PACELLA

 

 

 

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