Il club ha voluto celebrare la GIORNATA DELLA MEMORIA ospitando – sia pure in remoto – il prof. Cesare Finzi, cardiologo, testimone di quei giorni bui.
Nato a Ferrara nel 1930 il professore ha raccontato delle sue esperienze nella scuola elementare ebraica della città e del senso di privazione della normalità dei rapporti interpersonali che quella frequentazione gli procurava, privazione accentuata quando – dopo l’entrata in vigore delle leggi razziali nel 1938 – quella frequentazione divenne costrizione e ghettizzazione.
L’entrata in guerra dell’Italia nel giugno del ’40 e l’inizio delle persecuzioni razziali nell’Alto Adige, a quel tempo annesso con l’Austria alla Germania, persecuzioni che colpirono parenti strettissimi della famiglia Finzi lì residenti, indusse il ramo ferrarese e mantovano della famiglia a tentare, nel settembre, del ’43 la fuga verso il sud; particolarmente toccante il ricordo della cuginetta Olimpia finita a 4 anni nel forno crematorio di Auschwitz … faceva paura ad Hitler!
Fuga non facile interrotta dal coprifuoco notturno a Ravenna e dalle operazioni belliche a Gabicce, fuga che sostanzialmente terminò poco dopo a Mondaino, piccolo comune collinare delle Marche.
Ai ricordi adolescenziali si aggiungono quelli delle persone incontrate nella fuga e delle loro scelte di vita che le spingono, nonostante grossi rischi personali dei quali sono ben consci, ad aiutare i fuggiaschi; e quindi si va dalla ospitalità notturna per i 13 fuggiaschi a Ravenna ai documenti falsi che attestano l’arianità della famiglia al sarto che, memore dell’aiuto ricevuto decenni prima dal nonno dell’adolescente, procura il rifugio a Mondaino dove la famiglia ebrea vive una “normalità cattolica”.
E quando la linea gotica raggiunge il nord delle Marche e il fratello più piccolo viene ferito da una scheggia durante un bombardamento il salvifico intervento di un capitano medico americano che – disattendendo le ferree disposizioni ricevute – ospita ed opera il piccolo ferito nell’ospedale militare.
Impressionante è stata la vivacità e la serenità con la quale il vecchio professore ha raccontato gli eventi dei quali era stato partecipe ottanta anni addietro facendosi carpire solo in pochissimi momenti dalla commozione e dallo sdegno, mai dal rancore e dall’odio.
La sua testimonianza, portata per decenni nelle scuole, serve per “ricordare quello che può fare il bene e quello che può fare il male”.
Introdotto dal presidente del club, dr. Vincenzo Manuppelli, e presentato dal past-president avv. Mauro Valente che faceva compagnia al professore nella sua casa di Faenza, il relatore ha portato la sua testimonianza a molti soci del club e ad un nutrito gruppo di giovani degli istituti superiori cittadini; soci, giovani ed insegnanti che sono intervenuti successivamente instaurando con il “testimone” un interessante colloquio, “testimone” che ha pienamente meritato i ringraziamenti finali del club e della dirigente scolastica del liceo Tondi-Rispoli di San Severo, prof.ssa Filomena Mezzanotte.
Pier Carlo Pazienza