“END POLIO NOW”: L’IMPEGNO DEL ROTARY E DEL ROTARACT ILLUSTRATO AL COMUNE
Il 25 novembre scorso, nella sala consiliare del Comune di Putignano, ha avuto luogo un incontro sulla poliomelite: “END POLIO NOW”, promosso dal Rotary Club Putignano Trulli e Grotte e dal Rotaract Club di Putignano, con il patrocinio del Comune di Putignano. Alla presenza di un attento pubblico, tra cui anche il giudice di pace dr. Tiziana Gigantesco, il sindaco Luciana Laera, si è detta particolarmente contenta che i due club di servizio di Putignano abbiano scelto un luogo istituzionale, come la sala consiliare, per dibattere un tema molto sensibile ed attuale ed ha auspicato una continua collaborazione con i due club anche per altre tematiche. Ella ha anche aggiunto di apprezzare molto tutto quello che Rotary e Rotaract fanno per il territorio e, ricordando che in tale giorno ricade la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha affermato che, così come ci vuole tanto rispetto per le donne, soprattutto per quelle più fragili, così occorre rigoroso rispetto ed attenzione per tutti coloro che sono affetti da disabilità e problematiche varie. Il presidente del Rotaract club, Antonietta Conforti, ha evidenziato la continua e proficua collaborazione tra Rotary e Rotaract per tanti interventi benefici sul territorio e per l’impegno contro i grandi problemi che affliggono il mondo, come la poliomelite. Francesco Mercieri, presidente del Rotary, ha confermato che l’incontro ha come fine quello di aumentare la consapevolezza dell’esistenza di questa terribile malattia che si trasmette per contaminazione e di sensibilizzare l’opinione pubblica a contribuire alla lotta. Egli ha ricordato come il Rotary nel mondo tanto si sia prodigato in tale lotta, con l’intento di eradicare del tutto la malattia dalla ”faccia della terra”, giungendo a vaccinare due miliardi e mezzo di bambini, anche con medici rotariani. Oggi tale impegno massiccio ha molto ripagato -ha rassicurato- tanto che solo in Afghanistan ed in Pakistan la malattia ancora resiste parzialmente. Infatti dal 1979 il Rotary ha iniziato, con tutti i club sparsi in ogni Paese, una grande raccolta fondi riuscendo nel primo anno a vaccinare sei milioni di bambini. Nel 1985 viene lanciata la campagna “Polio Plus”, la più grande iniziativa privata nel settore della sanità pubblica. Nel 1988 l’Organizzazione mondiale della Sanità e l’UNICEF si uniscono al Rotary ed insieme viene lanciata la campagna “Global Polio Eradication”, anche perché in tale anno si contano più di 350 mila casi di polio in 125 Paesi. Nel 2009 al Rotary si affianca la Fondazione Bill e Melinda Gates e nel 2011 vengono accolte tante celebrità e grandi personaggi pubblici, tra cui tanti premi Nobel per la pace che, coordinati e guidati dal Rotary ,lanciano la campagna “BASTA COSI’ POCO” …per eradicare la polio. Viene raccolto un miliardo di dollari per le vaccinazioni e finalmente l’India esce dal novero dei paesi contagiati. Oggi, quando già si riteneva che la malattia fosse stata debellata del tutto, essa è tornata a minacciare il mondo dopo alcuni allarmanti rilevamenti a New York ed in Gran Bretagna; tanto da indurre il presidente internazionale del Rotary, Jennifer Jones, a stanziare ulteriori 150 milioni di dollari per aumentare il proprio impegno. Anche il Rotaract, in tutti questi anni, si è sempre affiancato a queste iniziative. Il dott. Vito Fanelli, rotariano e specialista di malattie infettive, ha spiegato scientificamente cosa è la poliomelite. Essa – ha detto il dr. Fanelli- è una patologia virale acuta ed estremamente contagiosa che può colpire i nervi del sistema nervoso centrale e provocare forme temporanee o permanenti di paralisi dei muscoli del corpo. La sua diffusione avviene maggiomente nei mesi estivo-autunnali. A causare la poliomelite è un enterovirus chiamato “poliovirus” la cui trasmissione, tra gli esseri umani, avviene soprattutto per via oro-fecale, specie in quei Paesi, come quelli africani, dove le condizioni igienico-sanitarie sono molto precarie. Per i malati di poliomelite, l’interessamento del sistema nervoso centrale può avere esito fatale. Fortunatamente però, questo fenomeno è molto raro (riguarda circa il sei per cento dei casi) mentre è molto più comune la forma “lieve” della malattia, quella in cui il poliovirus si limita ad invadere l’intestino. Purtroppo – ha affermato il dr. Fanelli – non esiste ancora una cura specifica contro tale malattia. I pazienti quindi, devono aspettare cha la patologia faccia il suo decorso affidandosi unicamente ai trattamenti sintomatici, pianificati sulla base della gravità della infezione. La mancanza di una cura specifica dà, necessariamente, una estrema rilevanza alla prevenzione. Per prevenire la poliomelite, la vaccinazione è il mezzo più efficace in assoluto. La bassa incidenza attuale della malattia è frutto di un programma di eradicazione iniziato dal Rotary nel 1979 e poi, dal 1988, anche dall’OMS e dall’UNICEF. Tale programma, che consiste nella vaccinazione di massa, è stato così efficiente – ha fatto notare il dott. Fanelli – che ha portato ad una riduzione dei casi di polio del 99 per cento. Secondo le statistiche, il numero dei casi mondiali di polio è sceso da 350 mila degli anni Ottanta a soli 42 nel 2016. Recentemente, in Afghanistan, i Talebani hanno reso obbligatoria la vaccinazione a tutti i bambini del Paese. Rimane quindi, qualche criticità nel solo Pakistan. Tuttavia- ha rassicurato il dr. Fanelli – “la fine della poliomelite è davvero vicina”. Il tennista Salvatore Caputo, atleta professionista del Circolo Tennis di Nardò, disabile quasi da bambino, è stato un vero testimonial della terribile malattia. Con simpatia e coraggio, dalla sua sedia a rotelle, ha emozionato il pubblico con la sua storia e si è detto lui stesso molto emozionato per essere ritornato, sia pure per qualche ora, nella città di Putignano dove, ventidue anni fa, ha partecipato ad un torneo di tennis per disabili presso il Centro sportivo “La Quercia”, del quale ha vividi ricordi e conserva amicizia e stima di molti tennisti del paese. Egli ha spiegato che un giorno, quasi all’improvviso, ha notato che le sue gambe non si muovevano. Ospedale di Lecce, la diagnosi crudele, la disperazione sua ma soprattutto dei suoi genitori. Da allora la sua vita è cambiata radicalmente. Egli ha, tuttavia, trovato la forza di andare avanti, con una gamba più magra e più debole dell’altra, consumando scarpe su scarpe per l’incedere irregolare. “E’ stato molto difficile andare avanti, non solo per la sofferenza ma anche per la disabilità e qualche volta, per la mancanza di rispetto degli altri. Ho anche avuto un incidente stradale che ha acuito ancora di più il mio problema. Oggi ho una certa età (53 anni) ma, da giovane, dicono che ero bello, con gli occhi azzurri ed i capelli ricci. Tante ragazze mi si avvicinavano e mi ben guardavano, convinte che il mio problema fosse la conseguenza di un incidente stradale. Ma quando venivano a sapere che ero malato dall’infanzia, quasi tutte si allontanavano, ritirando affetto ed attenzione. Io capivo e mi mortificavo. Se facevo il “furbo” mi mostravano attenzione ed affetto, se ero “sincero”, diventavano fredde. Qualche volta ho fatto il furbo”. Egli ha affermato che, grazie allo sport, ha avuto grande voce: è stato campione regionale della sua disciplina. Per giocare in sicurezza ha detto che si legava con dei nastri alla sedia per non cadere. Ha cominciato a girare per tanti paesi, in Italia ed all’estero, per diffondere il suo messaggio ed elevare il suo grido di aiuto per tutti coloro che si trovano nella sua condizione. Ha saputo di genitori che, nella sua terra, il Salento, si sono rifiutati di vaccinare i propri figli e che “proprio l’altro giorno, il tribunale di Lecce ha obbligato un genitore alla vaccinazione del figlioletto”. Nella sua vita ha conosciuto “una cara amica, che ora non c’è più, con il polmone di acciaio, alla quale riusciva a parlare per il tramite di uno specchio e la cui storia è diventata un film con Carol Alt. “Bisogna guardare a chi sta meglio di te – ha affermato – ma anche a chi sta peggio, per trarre conforto e coraggio. Io poi, ho anche sofferto della sindrome “post polio”, dopo tanti anni che mi ero ammalato, con dolori agli arti ed ai muscoli, senso di freddo, affanno e difficoltà di concentrazione.” Egli ha anche reso noto che, intanto, si è sposato; che ha un figlio ventiseienne, che frequenta i vecchietti del suo paese perché lo “rispettano molto” al contrario dei giovani, che spesso ha avuto problemi con i circoli, alcuni dei quali ritengono che le sedie a rotelle rovinino i campi di gioco. Ha concluso rendendo noto che ,da alcuni anni, ha intrapreso una intensa attività di divulgazione della conoscenza della malattia, organizzando veri e propri tour in Italia ed all’estero, presso le scuole, le associazioni e le varie amministrazioni, anche comunali, anche con l’intento di raccogliere fondi, anche di pochi euro che, messi insieme, potranno aiutare i bambini africani a ricevere il vaccino. A tale punto il sindaco Luciana Laera gli ha dato un arrivederci perché intende organizzare un percorso comune di sensibilizazione sul tema a Putignano ed anche nei paesi vicini.
Pietro Gonnella